
Passa un'altra mezzora e finalmente a poco a poco saliamo su uno degli ultimi autobus che dal check point porta a Gerusalemme. C'è grande tensione e stanchezza per una quotidianità che si fa fatica ad accettare. Sul pullman apprendo dalla radio palestinese che un volontario italiano è stato rapito a Gaza. Il pensiero va subito a Vittorio che con il suo coraggio sfidava a Gaza la paura e la guerra dando un grande esempio di umanità.
Ma in questa terra di umanità violata, dissacrata, violentata le persone come lui fanno paura perché combattono con armi molto più potenti ed efficaci di quelle convenzionali. Così come Juliano è stato deciso che doveva morire e tutti ci siamo resi conto all'alba che il rapimento non era che un pretesto. L'obbiettivo era uccidere. Il dolore per questa altra perdita ha riempito la mia giornata in una assolata Gerusalemme. Non riesco a leggere i commenti, le falsità che inondano i giornali ed il web. Preferisco ricordarlo dall'alto delle mura della città santa in un a solitaria personale preghiera in lode ai valori di umanità per cui è morto.
Addio Vittorio
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ReplyDeleteBel post Robbé.
bello il post! Con infinita rabbia e con dolore ho scritto un articolo su globalproject e unicommon, si chiama Vik e la libertà: per noi e per il mondo a venire, per ricordare Vittorio
ReplyDeletehttp://www.unicommon.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2798:vik-e-la-liberta-per-noi-e-per-il-mondo-a-venire&catid=87:editoriali