"L'uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante;
colui per il quale ogni terra è come la propria è già un uomo forte; ma solo è
perfetto colui per il quale tutto il mondo non è che un paese straniero" U. da S.Vittore

Saturday 16 April 2011

Guerrilla Radio si è spenta


 Ore 20:45, Il check point di Qalandya è affollato, scene di ordinaria umiliazione tra le gabbie metalliche attraverso cui si accede a Gerusalemme venendo da Ramallah e dal nord dei territori palestinesi. La gente è in coda da più di un ora e io con loro. Gesti di grande umanità tra i palestinesi, come una fila intera che si apre per dare la precedenza ad una anziana signora provata dalla lunga attesa ma anche scene di calca e nervosismo di persone che si strattonano e si spingono per accedere primi alla porta metallica. Un ragazzo commenta: "Questo è quello che non mi piace della mia gente non riusciamo ad essere organizzati!"; la voce di una signora di mezza età risponde con saggio sarcasmo "Figlio mio, se fossimo capaci di questo Israele non ci tratterebbe così da sessanta anni". Una grande verità!
  Passa un'altra mezzora e finalmente a poco a poco saliamo su uno degli ultimi autobus che dal check point porta a Gerusalemme. C'è grande tensione e stanchezza per una quotidianità che si fa fatica ad accettare. Sul pullman apprendo dalla radio palestinese che un volontario italiano è stato rapito a Gaza. Il pensiero va subito a Vittorio che con il suo coraggio sfidava a Gaza la paura e la guerra dando un grande esempio di umanità. 
  Ma in questa terra di umanità violata, dissacrata, violentata le persone come lui fanno paura perché combattono con armi molto più potenti ed efficaci di quelle convenzionali. Così come Juliano è stato deciso che doveva morire e tutti ci siamo resi conto all'alba che il rapimento non era che un pretesto. L'obbiettivo era uccidere. Il dolore per questa altra perdita ha riempito la mia giornata in una assolata Gerusalemme. Non riesco a leggere i commenti, le falsità che inondano i giornali ed il web. Preferisco ricordarlo dall'alto delle mura della città santa in un a solitaria personale preghiera in lode ai valori di umanità per cui è morto.
Addio Vittorio

2 comments:

  1. bello il post! Con infinita rabbia e con dolore ho scritto un articolo su globalproject e unicommon, si chiama Vik e la libertà: per noi e per il mondo a venire, per ricordare Vittorio

    http://www.unicommon.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2798:vik-e-la-liberta-per-noi-e-per-il-mondo-a-venire&catid=87:editoriali

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