"L'uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante;
colui per il quale ogni terra è come la propria è già un uomo forte; ma solo è
perfetto colui per il quale tutto il mondo non è che un paese straniero" U. da S.Vittore

Wednesday 7 December 2016

Il tram di Gerusalemme

Il tram di Gerusalemme, scene di ordinaria gentilezza.


Metro fermata Comune di Gerusalemme 

Le mura di Gerusalemme
Da qualche anno è attivo a Gerusalemme un tram che collega le zone nord ad ovest della città con quelle a nord est verso i sobborghi arabi di Beit Hanina e il campo profughi di Shu'fat. Questo mezzo di comunicazione rende esteticamente moderna Gerusalemme ma mette anche a contatto posti differenti della città. C'è chi ne parla come fattore di integrazione, di alcuni quartieri periferici c'è chi ne parla come ulteriore mezzo di segregazione delle comunità arabe dei sobborghi. 
Le donne beduine
Comunque nel bene e nel male il tram c'è e il servizio funziona bene. Come tutti i mezzi di trasporto del mondo, questo tram è anche un punto di osservazione interessante per cogliere gli aspetti di vita quotidiana della gente di un paese. E' l' "agorà" di una società mediterranea come quella israeliana, colorita e caratteristica. Certamente si può dire che i modi dei gerosolimitani sono educati ed europei. Può capitare infatti di assistere a delle belle scene di solidarietà. 
Un giorno come un altro, solare ma ventoso, ad inizio inverno in tram. Due donne, una anziana e una più giovane ed un bambino di tre anni salgono alla fermata vicino all'ospedale oftalmico. Sono due donne beduine arabe, si riconoscono i tratti marcati e gli abbigliamenti quasi gitani. Una signora israeliana si alza gentilmente cedendo il suo posto, lo stesso fa un giovanotto dall'aria seria. Le donne ringraziano e si siedono. Hanno portato il bimbo ad una visita medica, ha bisogno di un intervento agli occhi. Tutto verrà fatto a spese dello stato ebraico. Il bimbo è un po irrequieto, è stanco. La gente attorno si premura di farlo calmare con sguardi, boccacce e dolcetti. Una bella atmosfera di solidarietà, dove non c'è nulla di forzato o di falso o di buonismo borghese. In questi gesti si vede ancora lo spirito di solidarietà che ha sempre caratterizzato la società israeliana. 
Ma allora come non pensare alla recente legge che legalizza gli insediamenti o alla proposta di abbassare il volume dell'adhan a Gerusalemme, come giustificare questi atti di continuata mancanza di rispetto dei diritti del popolo palestinese su cui si basa la politica israeliana. Così viene da pensare come sempre, ogni mondo è paese, dicevano gli antichi siciliani; ci sono i Popoli e ci sono i governi.

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