"L'uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante;
colui per il quale ogni terra è come la propria è già un uomo forte; ma solo è
perfetto colui per il quale tutto il mondo non è che un paese straniero" U. da S.Vittore

Wednesday 13 January 2016

Memorie fotografiche comunità ebraica di el-Kef




        Alcune foto all'interno della sinagoga-museo di el-Kef nella Tunisia settentrionale:


Radio e suppellettili varie

Paramenti sacri

Un anziano rabbino

Rotoli della Bibbia

Gli ebrei di Zarzis: Una antica comunità tra memoria del passato ed estinzione



Cortile interno della sinagoga e della scuola religiosa di Zarzis
Gli Ebrei del Nord Africa

      Un tempo la Tunisia ospitava numerose comunità ebraiche come del resto tutti i paesi arabi del Nord Africa. In seguito ai cambiamenti politici in tutto il magreb dall’Egitto all’Algeria passando per la Libia, la presenza e l’importanza di tali comunità sono progressivamente diminuite. Una buona parte di ebrei migrarono alla nascita dello stato di Israele nella nuova loro nazione o in Europa e sopratutto con l’inasprirsi del conflitto negli anni ’70 e ‘80 in molti cominciarono ad abbandonare i paesi arabi. 

ingresso della Ghriba di Gerba
In Tunisia come in Marocco il fenomeno fu tuttavia più ridotto degli altri pesi arabi. Seppur non numerosa come nei secoli precedenti la presenza di ebrei e di loro luoghi di culto attivi in Tunisia è rimasta fino ai nostri giorni ben viva. Con l’inasprirsi delle condizioni di sicurezza dovute al prolungarsi del conflitto israelo-palestinese, queste comunità vivono sotto costante protezione e i loro luoghi di culto sono dei fortini inespugnabili sorvegliati dalla polizia e dall’esercito. 

Così è a Tunisi la capitale dove la sinagoga principale sita proprio accanto all’istituto di lingue Burghiba sull’omonima via, è un edificio sempre chiuso circondato da filo spinato e guardato da una costante scorta della polizia. La più numerosa comunità del paese vive però oggi nell’isola di Gerba. In quest’isola si trova infatti il loro più antico luogo di culto attivo, la sinagoga el-Ghriba. Questa sinagoga anch’essa fortificata e protetta da un meticoloso sistema di sorveglianza e sicurezza è meta di pellegrinaggi annuali e di importanti cerimonie durante le festività del calendario ebraico e costituisce un importante centro per l’identità ebraica del paese. 

Tuttavia gli ebrei di Gerba vivono anch’essi isolati rispetto alla popolazione locale, distanti e ghettizzati. Molti di loro hanno i loro negozi di orefici nel mercato di Humt Suq il centro più importante dell’isola ma non risiedono assieme agli altri tunisini, pur essendo e considerandosi tunisini.
   
 Altre sinagoghe antiche si trovano dappertutto nei maggiori centri della Tunisia come a el-Kef dove il tempio è diventato un museo sulla storia della comunità ebraica e vi si conservano esposti vari oggetti e libri di culto oltre che ad interessanti copie di contratti matrimoniali.
   
La comunità di Zarzis_________________________

    Nella città di Zarzis nota località turistica apprezzata per la bellezza delle spiagge vive ancora una antichissima comunità ebraica che sembra contraddire tuttavia quanto detto finora. L’antico borgo cittadino ospita un importante mercato d’oro dove orefici con la kippa hanno le loro botteghe accanto ad oraf musulmani arabi, e si scambiano sapere tradizione e mercanteggiano allo stesso modo. 
La comunità ebraica di Zarzis è veramente antica e di sicuro genti siro - palestinesi si ebbero su queste coste fin dall’antichità. Mitico fondatore di Zarzis sarebbe, secondo fonti ebraiche, il giudeo Gergesile, da cui la città trae il nome (in arabo جرجيس ǧirǧīs ). Questa fonte è incerta ma suggestiva, mentre troviamo la città di Girgis in epoca romana, annoverata nel più antico portolano a noi noto lo “Stadiasmus Maris Magni”, tra le città della costa africana come emporio sito tra Zeucharis e Meninx questa ultima essendo sull’isola di Gerba . 

 Qui ancora tra le strette strade del centro storico si respira arie di un commercio antico. Gli orafi raccolgono l’oro e lo lavorano grezzo per le spose in occasione del loro matrimonio, o per farne altri monili su ordinazione. Il commercio si basa soprattutto su clientela locale, qui non c’è quasi turismo, e si vede. Gli anziani insegnano ai più giovani e così si è conservata questa antichissima tradizione. Un gentile orafo ebreo tunisino, mi guida per i vicoli che portano alla sinagoga, qui le famiglie vivono assieme a famiglie musulmane da sempre. Sono tutti tunisini, mi dice la mia guida. In effetti però molte delle famiglie sono partite, i più emigrati in Canada Francia o Stati Uniti, alcuni più recentemente in Israele. Questi ultimi una volta divenuti cittadini israeliani fanno fatica a tornare a Zarzis. Così la comunità si è andata spopolando mantenendo i contatti con la comunità di Gerba, alla cui sinagoga gli studenti di Zarzis si devono rivolgere per studi rabbini superiori. Restano circa sei nuclei familiari, sei cognomi in tutto 120 persone.
 
La sinagoga è bella, un piccolo edificio ben curato con preziosi paramenti sacri, ha un magnifico cortile in stile arabo invaso dalla luce dove il blu delle finestre richiama quello del cielo e del mare. 


"Gli ebrei di Zarzis
Una antica comunità tra memoria del passato ed estinzione"
Roberto Castronovo